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Petizione contro ‘furto’ voce e volto con l’Ia, ‘serve legge che ne vieti l’uso improprio’

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“Nasce per rispondere a un vuoto normativo sempre più pericoloso. Deepfake, truffe vocali, falsi video generati dall’intelligenza artificiale stanno diventando strumenti di manipolazione, frode e umiliazione, colpendo cittadini comuni, minori, adulti e anziani”

Nasce la petizione nazionale per tutelare volto, voce e identità dall’intelligenza artificiale. A lanciarla è l’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche e Cyberbullismo (DiTe), guidata dal presidente Giuseppe Lavenia, che chiede al Governo italiano e al Parlamento “una legge urgente” che vieti l’uso improprio dell’immagine, della voce e dell’identità delle persone da parte dell’intelligenza artificiale. La petizione, ‘Vietate l’abuso di intelligenza artificiale: proteggiamo volto, voce e identità’, “nasce per rispondere a un vuoto normativo sempre più pericoloso. Deepfake, truffe vocali, falsi video generati dall’intelligenza artificiale stanno diventando strumenti di manipolazione, frode e umiliazione, colpendo cittadini comuni, minori, adulti e anziani”, si legge nella petizione

“Non siamo dati da sfruttare. Siamo persone, con un volto e una voce che devono essere protetti da chi usa l’intelligenza artificiale senza regole. Il nostro Paese deve diventare pioniere di una legge coraggiosa e umana”, dichiara il Prof. Giuseppe Lavenia, psicoterapeuta ed esperto di benessere digitale, primo firmatario della petizione.

Cosa chiede la petizione: una legge che vieti l’uso non autorizzato di volto, voce e dati biometrici da parte dell’Ia; l’obbligo di consenso scritto e revocabile per ogni utilizzo; sanzioni severe per chi viola i diritti delle persone: la creazione di un’Autorità Nazionale per la Tutela dell’Identità Digitale (Antid); programmi di educazione e sensibilizzazione sul tema. “L’intelligenza artificiale sta cambiando il mondo, ma senza tutele adeguate rischia di calpestare la dignità delle persone. La petizione mira a spingere le istituzioni italiane a colmare questo vuoto legislativo prima che sia troppo tardi. La raccolta firme è aperta online su Change.org e sarà accompagnata da campagne di sensibilizzazione sui social e nei media”, conclude l’associazione.

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