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Festival di Cannes, tutti i premi

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È Cate Blanchett, ospite d’onore della serata, a salire sul palco per consegnare la Palma d’Oro della 78ª edizione del Festival di Cannes a ‘Un simple accident’ di Jafar Panahi. L’annuncio è accolto da una lunga ovazione. Panahi — per la prima volta presente fisicamente sulla Croisette dopo anni di repressione e arresti domiciliari — riceve il premio con compostezza e poche parole. Ma il gesto, e il film, parlano con forza. ‘Un simple accident’ è il film più apertamente politico della carriera di Panahi. Un thriller morale e carcerario che prende avvio da un fatto banale — un piccolo incidente stradale — e si trasforma in un atto di accusa corale contro la violenza di Stato. Un gruppo di ex detenuti, torturati e segnati, si riunisce per identificare e giudicare l’uomo che credono essere stato il loro carnefice, un procuratore zoppo mai visto in volto, riconoscibile solo da un passo, un odore, una voce.

Il dubbio morale e la sete di giustizia muovono il racconto in una spirale di tensione, che Panahi costruisce tra interni claustrofobici, deserti spogli e dialoghi tesi. Girato con attori non professionisti, in condizioni clandestine, il film fonde l’assurdo di Beckett alla tensione politica di un cinema di vendetta post-totalitaria. La verità resta ambigua, ma ciò che conta per Panahi è l’emergere di una coscienza collettiva: quella dei perseguitati che, riconoscendosi, si fanno resistenza comune. Il film è nato anche da testimonianze raccolte durante la prigionia del regista, e si impone come un’opera di denuncia, di solidarietà e di memoria. Con questa Palma, Cannes riconosce non solo un grande autore, ma un cinema che non smette di interrogare la realtà anche sotto censura, sotto minaccia, sotto sorveglianza. Un semplice incidente, forse. Ma una Palma decisamente necessaria.

La cerimonia di chiusura si è tenuta oggi, sabato 24 maggio, nonostante il blackout, che ha paralizzato la città per cinque ore.

Miglior attore e attrice

Il premio per la migliore interpretazione maschile è andato a Wagner Moura per ‘The Secret Agent’. Moura interpreta un uomo in fuga e in ascolto, una figura politica e insieme privata, che incarna l’ambiguità della storia brasiliana degli anni ’70. Nessun effetto, nessun eccesso: solo uno sguardo mobile e inquieto che attraversa il film come una presenza resistente e incerta. È uno dei premi più netti della serata. Il premio per la migliore interpretazione femminile va a Nadia Melliti per la sua interpretazione in ‘La Petite Dernière’ di Hafsia Herzi.


Migliore regia

Il premio per la migliore regia va a Kleber Mendonça Filho per O Agente Secreto. È il secondo riconoscimento della serata per il film brasiliano, dopo il premio a Wagner Moura come miglior attore.

klebermendoncafilho mini afp

Migliore opera prima

È Alice Rohrwacher, presidente della giuria della Caméra d’Or, ad annunciare il premio per la miglior opera prima del 78esimo Festival di Cannes. Dopo aver visionato 28 film provenienti da tutte le sezioni — Concorso, ‘Un Certain Regard’, ‘Semaine de la Critique’, ‘Quinzaine’ — la giuria ha scelto di premiare il film iracheno ‘The President’s Cake’. “Abbiamo visto 28 sguardi sulla realtà e 28 porte, e a tutti vogliamo dire grazie per questo viaggio avventuroso”, ha dichiarato la regista italiana prima di consegnare il premio. Il riconoscimento va al film diretto da Koutaiba Al-Janabi, che ha ringraziato sul palco “i bambini che ho conosciuto durante la lavorazione, e che mi hanno regalato lo sguardo necessario per raccontare questa storia”.

La giuria ha, inoltre, assegnato una menzione speciale a ‘My Father’s Shadow’ di Akinola Davies Jr., film ambientato in Nigeria che ha colpito per la forza visiva e la tenerezza con cui affronta la relazione padre-figlio.

Premio della Giuria

Il Premio della Giuria del 78esimo Festival di Cannes viene assegnato ex aequo a ‘Sirāt’ di Óliver Laxe e ‘Sound of Falling’ di Mascha Schilinski. Se Sirāt è il film del rito e della trance, Sound of Falling è il film dell’ombra e del trauma. Un horror gotico intimo, tutto al femminile, che ha colpito per la capacità di coniugare inquietudine, memoria familiare e forza visiva. Una vera rivelazione per la critica e per il pubblico della Croisette. La regista Mascha Schilinski, non presente in sala, ha inviato un messaggio di ringraziamento.

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