“Condizioni di degrado,
vecchi infissi abbandonati, scalinate insicure, porte senza
infissi, vetri delle finestre frantumati. All’esterno cresce
alta l’erba incolta in mezzo alla quale si individuano rifiuti
abbandonati. Addirittura sulle terrazze si possono trovare
carcasse di volatili, presenti chissà da quando. Nei corridoi,
la muffa è molto presente, e le mura sono scrostate, mentre dai
soffitti cade intonaco”. E’ la fotografia dell’ospedale di
Penne, scattata dal consigliere regionale Antonio Blasioli (Pd),
il quale ricorda che lo scorso 5 maggio il presidente della
Regione Abruzzo, Marco Marsilio, aveva visitato il presidio,
riportando “un quadro entusiasmante”.
Al termine di una visita alla struttura, Blasioli si chiede
se sia “normale che un ospedale si presenti in questo stato” e
se “il presidente Marsilio ne è al corrente. Il San Massimo di
Penne – dice – è stato più volte oggetto di nostri interventi.
Abbiamo già evidenziato in questi mesi le criticità del Pronto
Soccorso a causa dell’organico ridotto all’osso, i 19 posti
letto di geriatria smantellati durante il Covid e mai
riattivati, l’assenza di radiologi incardinati nell’ospedale, la
disfunzionalità di uno stesso reparto dislocato in padiglioni
diversi”.
“Un quadro – osserva – che contrasta vistosamente con i
proclami della Giunta Marsilio, che da un lato, con la legge n.
60 del 28 dicembre 2023 sulla riorganizzazione della rete
ospedaliera, ha conferito al San Massimo il riconoscimento di
ospedale di base, dall’altro continua di fatto a saccheggiare la
sanità vestina. E’ sotto gli occhi di tutti, il San Massimo
continua a presentarsi in queste condizioni, che non siamo
nemmeno sicuri rispettino gli standard di sicurezza e igiene
previsti dalle norme. Un chiaro segno insomma, al di là delle
passerelle di rito e della propaganda, del disinteresse delle
istituzioni”.
Stupisce, dice il consigliere, anche “la noncuranza della
Asl, che da un lato tollera una simile cartolina di degrado e
dall’altro richiede, giustamente, alle strutture su cui effettua
controlli, il massimo del rispetto degli standard in campo
igienico-sanitario. Una vicenda dai tanti paradossi, che come al
solito si ripercuote sull’ultimo anello della catena, i
cittadini, in particolare quelli dell’area vestina”.
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