E’ di 44 morti il bilancio dei nuovi raid israeliani sulla Striscia di Gaza durante la notte. Lo riferisce il portavoce della Difesa civile dell’enclave palestinese, Mahmoud Bassal, secondo cui i soccorritori hanno recuperato “almeno 44 morti, per la maggior parte donne e bambini”, mentre si contano “decine di feriti in seguito ai nuovi massacri commessi dall’occupazione in diverse zone della Striscia di Gaza”.
Ieri un funzionario della protezione civile di Gaza ha dichiarato che 91 persone sono state uccise martedì in attacchi e raid, mentre Israele intensifica l’offensiva nel territorio palestinese.
Gb, Francia e Canada condannano l’espansione delle operazioni militari israeliane a Gaza. La replica di Netanyahu
I leader di Francia, Regno Unito e Canada hanno diffuso una dichiarazione congiunta in cui condannano l’espansione delle operazioni militari israeliane a Gaza, chiedono il cessate il fuoco immediato e si dichiarano pronti a riconoscere uno Stato palestinese come parte di una soluzione a due Stati. “È la sola via per garantire pace e sicurezza durature per israeliani e palestinesi”, si legge nel testo firmato da Emmanuel Macron, Keir Starmer e Mark Carney.
“La sofferenza umana a Gaza è intollerabile”, affermano i tre leader, definendo “del tutto inadeguata” l’apertura israeliana all’ingresso di una quantità minima di aiuti. Condannano inoltre le minacce di sfollamento forzato e la retorica di alcuni membri del governo Netanyahu, ammonendo che il blocco degli aiuti rischia di violare il diritto umanitario internazionale. Pur ribadendo il diritto di Israele a difendersi dopo l’attacco del 7 ottobre, giudicano la risposta militare “del tutto sproporzionata”.
Londra, Parigi e Ottawa esortano Israele a fermare subito l’offensiva e a ripristinare il flusso degli aiuti umanitari con il supporto dell’Onu. Al contempo, chiedono ad Hamas la liberazione immediata degli ostaggi. I tre governi si dicono pronti ad adottare “azioni concrete”, incluse sanzioni mirate, se non verranno interrotti gli attacchi e l’espansione degli insediamenti in Cisgiordania. Infine, rilanciano il vertice Onu del 18 giugno come tappa decisiva verso il riconoscimento di uno Stato palestinese e la piena attuazione della soluzione a due Stati.
La condanna di Israele da parte di Londra, Ottawa e Parigi è una “immensa ricompensa” per Hamas, ha dichiarato il premier israeliano Benyamin Netanyahu.
A Israele appello 22 Paesi tra cui Italia: “Riprendere subito aiuti a Gaza”
Ventidue Paesi, tra cui Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Canada, Giappone e Australia, hanno chiesto a Israele di “riprendere immediatamente” la consegna degli aiuti a Gaza, chiedendo che ad occuparsene siano le Nazioni Unite e le ong. Le Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie “non possono sostenere” il nuovo modello di distribuzione degli aiuti a Gaza deciso dal governo israeliano, hanno sottolineato i 22 Paesi in una dichiarazione congiunta diffusa dal ministero degli Esteri tedesco. La popolazione palestinese, si evidenzia, “affronta la fame” e “deve ricevere gli aiuti di cui ha disperatamente bisogno”.
Poco prima, per la prima volta dal 2 marzo, cinque tir delle Nazioni Unite con aiuti umanitari e alimenti per bambini erano entrati nella Striscia attraverso il valico di Kerem Shalom.