Unicredit chiude il primo trimestre del 2025 con utile netto pari a 2,8 miliardi con un aumento del 8,3 per cento rispetto all’anno precedente. Ciò, si legge in una nota, “è rimarcato dalla continua eccellente redditività e creazione di valore per gli azionisti, con un RoTE del 22,0% nel primo trimestre, in rialzo di 2,4 punti percentuali rispetto all’anno precedente, e con un Eps di 1,79 euro in rialzo del 18,2 per cento rispetto all’anno precedente”. Sempre nel primo trimestre, i ricavi netti hanno raggiunto 6,5 miliardi di euro, sostenuti da un margine di interesse pari a 3,5 miliardi, commissioni pari 2,3 miliardi di euro, proventi da attività di negoziazione pari a 0,6 miliardi, e accantonamenti per perdite su crediti pari a 83 milioni.
Orcel
“Unicredit ha registrato una straordinaria serie di risultati nel primo trimestre, superando le attese in tutte le metriche finanziarie e ampliando il divario positivo rispetto ai concorrenti. Abbiamo conseguito i migliori risultati della storia di Unicredit e il diciassettesimo trimestre consecutivo di crescita redditizia”. Così Andrea Orcel, amministratore delegato di Unicredit.
“Le nostre linee di difesa sono state rafforzate e ci posizionano al meglio per un ampio spettro di scenari macroeconomici”, ha sottolineato.
“Lo scenario macroeconomico è diventato più complesso e incerto. In questo contesto presentiamo un caso d’investimento differenziato in positivo e resiliente, con un elevato grado di visibilità sugli utili e sulla distribuzione, a beneficio dei nostri azionisti e per la loro sicurezza. Tali premesse ci rendono sia fiduciosi nell’aumentare la nostra guidance per l’utile netto e per la distribuzione del 2025, sia convinti della nostra ambizione per il 2027. Siamo impegnati a conseguire una performance sostenibile e di elevata qualità, e concentrati nel supportare i nostri clienti e le nostre comunità in particolare in tempi sfidanti”, ha aggiunto.
Banco Bpm
Quanto all’Ops su Banco Bpm “ci sono alcuni elementi nel golden power che, a nostro avviso, non sono chiari. Stiamo cercando di chiarirli. Dobbiamo esaminarli prima di prendere una decisione definitiva”, ha detto ancora Orcel. “Quando avremo tutto questo, prenderemo una decisione, ma per il momento non abbiamo pressioni e abbiamo pazienza”, ha aggiunto.
Dal canto suo la Commissione europea torna a sottolineare che l’uso del golden power da parte degli Stati membri deve essere “proporzionato” e in linea con il diritto Ue. “Dal punto di vista della sicurezza e dell’ordine pubblico – ha spiegato il portavoce dell’esecutivo Ue Olof Gill, a Bruxelles durante il briefing con la stampa, rispondendo ad una domanda in merito al caso Unicredit-Banco Bpm – gli Stati membri mantengono la responsabilità di attuare restrizioni alle libertà di mercato attraverso le loro leggi nazionali sullo screening degli investimenti. Detto questo, e questo è molto importante, le restrizioni alle libertà fondamentali sono consentite solo se proporzionate e basate su legittimi interessi pubblici e, soprattutto, nella misura in cui non violano il diritto dell’Ue”.
“E’ molto chiaro – ha precisato il portavoce – che non commentiamo casi o transazioni individuali. Non commentiamo i commenti. Posso ricordare le regole generali che si applicano a questi tipi di casi”. Per le condizioni decise dal governo italiano per l’Ops di Unicredit su Banco Bpm, “la Commissione ha richiesto maggiori informazioni su questo caso. E’ una procedura pilota: la Commissione applica il dialogo pilota ogni volta che si ritiene utile avere una discussione informale, ma in modo più strutturato, con lo Stato membro su potenziali questioni relative alla conformità al diritto dell’Ue. Non possiamo dire molto di più”.
Ora, ha continuato Gill, “dobbiamo lasciare che il processo si svolga. Abbiamo richiesto maggiori informazioni tramite questa tappa del programma pilota dell’Ue: sta allo Stato membro fornire queste informazioni aggiuntive. Poi dovremo fare una valutazione, per vedere se la legge europea è stata applicata correttamente dallo Stato membro”, ha concluso.