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“Non mi vergogno di far vedere sentimenti, Claudio molto più riservato’

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“Per anni sono stata la figlia di, la mamma di, la moglie di, la sorella di, e per un periodo la cognata di, oggi ho deciso di svelare chi è Cristina Mezzaroma”. Con queste parole inizia l’intervista a Cristina Mezzaroma, Presidente della Fondazione 1900 SS Lazio, e moglie del senatore e presidente della Lazio Claudio Lotito, a Dribbling in onda su Rai2.

“Quando mi chiama Chicca capisco che è tranquillo, altrimenti mi chiama Cristina”, racconta. “Io ho avuto la fortuna di avere mio padre che ha tanto faticato, e a lui vanno tutti i meriti, e mio marito che mi dà l’agio di poter fare alcune cose. Ho potuto scegliere tra il lavorare e seguire un figlio, ma non me lo sono forse neanche goduto, perché sono una persona ansiosa, ho vissuto tutto con affanno, ansia e ora me lo ritrovo un giovane uomo. Credo di essere una persona che ha permesso a mio marito di esprimersi nella sua vita imprenditoriale come meglio ha creduto”, ha aggiunto Cristina Mezzaroma che poi vedendo una foto con marito e figlio ha aggiunto: “una foto con tutti e tre. Rara, rarissima. Io al matrimonio ho quattro pose con mio marito, davanti alla torta io stavo da sola, lui stava dietro una tenda a parlare di lavoro. Non mi vergogno di far vedere i sentimenti, Claudio è molto più pudico e riservato. Gli dico: ‘ci sono due persone al mondo che possono dirti la verità nuda e cruda, io e tuo figlio, due voci libere’. Lui un amico ce l’ha, a cui può rivolgersi, è il figlio, nei giorni bui di tempesta strilla il mio nome e io sarò lì”.

“I libri mi hanno fatto viaggiare, mi hanno fatto vivere vite che altrimenti non avrei vissuto. La biblioteca che stiamo allestendo a Formello sarà intitolata a Flavio e Francesco, due gemelli tifosi della Lazio che sono venuti a mancare recentemente”, ha aggiunto.

“Con la Fondazione sto sviluppando ‘Share the good’ che ha una doppia valenza, condividi il bene, sia, inteso moralmente, che materialmente. Poi entro allo stadio e vado alla ‘quiet room’ dedicata ai ragazzi autistici”, ha poi aggiunto la presidente della Fondazione 1900 SS Lazio – Le ali dello sport. “La Lazio vuole un stadio tutto suo, se potrei farlo costruire? Queste cose mi pongono in situazioni di notevole disagio in casa. Si lo farei, ma non per farci giocare solo la squadra di calcio, farei le bocce per gli anziani, la ginnastica per i bambini, le ludoteche, poi i giocatori li inviterei, ma non è la priorità”, ha concluso sorridendo.

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