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Con prevenzione nelle varie fasce d’età evitabili 40% patologie

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Possono essere evitate il 40% delle malattie adottando stili di vita sani e sottoponendosi agli screening nazionali, ma perché queste diventino abitudini consolidate è importante sensibilizzare ogni fascia d’età, dai giovani ai ragazzi fino agli adulti. E’ il tema del convegno ‘L’età della salute: un viaggio che guarda all’Europa. La sanità di domani fra health literacy, prevenzione e personalizzazione’, organizzato oggi da Cesc (Centro europeo studi culturali), Spazio Europa, Commissione europea, Ciu Unionquadri (Confederazione italiana di unione delle professioni intellettuali) e dal Parlamento europeo, anche sede del meeting, a Roma, su iniziativa di Francesco Riva, Consigliere Cnel e Vicepresidente Ciu.

“Il concetto di salute assume un’accezione diversa in ogni fascia d’età – spiega Riva – Per un bambino è una condizione naturale, è però importante che inizi a conoscere il proprio corpo e ad apprendere le basi per il benessere futuro. L’età della consapevolezza è quella in cui si inizia a costruire il domani, in cui gli stili di vita fanno la differenza e possono ritardare l’insorgenza di patologie croniche e acute. Poi si arriva all’età adulta, in cui si deve essere proattivi nel difendere la propria salute sia partecipando ai programmi di screening che correggendo i comportamenti scorretti. Questo convegno è stato l’occasione per provare a delineare, in 12 punti, i percorsi più virtuosi e le azioni che, come singoli e come società, possiamo mettere in campo per costruire un domani più in salute”.

L’incontro, a cui hanno partecipato alcuni tra i principali opinion leader italiani in tema salute – informa una nota – è stato l’occasione per definire il documento ‘Promuoviamo il futuro’, che include 12 best practices in grado di diventare modelli per il miglioramento della salute in ogni fascia d’età. Gli interventi si sono suddivisi per target interessato: dall’età dell’apprendimento (health literacy e lezioni di salute) all’età della consapevolezza (prevenzione e programmazione), fino all’età dell’azione (consueling, screening e riduzione del rischio personalizzato). Le buone azioni consigliate partono dai ‘primi mille giorni’ con attenzione alla gravidanza, alla formazione del microbiota e all’allattamento, per poi passare a corretta alimentazione e movimento, importanza della salute mentale con riduzione dello stress, conoscenza dei rischi connessi alle malattie sessualmente trasmissibili e ai danni da fumo, abuso di alcool e droghe. Nella fascia d’età più avanzata le raccomandazioni vertono sull’utilizzo della medicina preventiva per poter conoscere il profilo di rischio personale e familiare, sull’attenzione alle malattie croniche, all’epigenetica, alla salute nel mondo del lavoro e alla global health. Anche le tecnologie ricoprono un ruolo importante, se utilizzate in modo etico e virtuoso. Infine si ricordano i rischi legati all’antibiotico-resistenza e la necessità di creare una nuova cultura nell’utilizzo dei farmaci.

“Con la partecipazione dei rappresentanti di alcune tra le società scientifiche e associazioni italiane più influenti – aggiunge Riva – abbiamo parlato dell’importanza di trasformare la salute in argomento di studio nelle scuole perché alimentazione, attività fisica, malattie sessualmente trasmissibili, uso di sostanze, salute mentale e prevenzione primaria diventino temi di discussione già dai primi anni di istruzione, ed entrino così a far parte del linguaggio e delle abitudini corrette di ogni bambino. E’ poi necessario – sottolinea – che questi stili di vita vengano visti non come privazioni e rinunce, ma come un investimento sul proprio futuro. Arriva un momento in cui diventa inevitabile fare i conti con gli anni che passano, con l’impronta genetica e con le conseguenze dei comportamenti che abbiamo adottato, soprattutto se non sono stati i migliori. E’ la fase in cui bisogna fare attenzione ai fattori di rischio, correggere le abitudini e svolgere controlli periodici”.

“Con questo incontro – conclude – abbiamo voluto portare l’attenzione delle istituzioni alla necessità di interventi concreti e mirati a ogni fascia d’età, perché la salute è un diritto di tutti e deve essere declinata secondo le esigenze di ogni momento della vita”.

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