Almeno 56 persone sono rimaste uccise oggi, sabato 7 giugno, in attacchi di Israele nella Striscia di Gaza, secondo quanto riporta al Jazeera citando la difesa civile di Gaza. Sono almeno 16 le persone rimaste uccise in uno solo attacco a Gaza City, nel quartiere di Saba, dove secondo un portavoce della Difesa Civile tra le vittime vi sono 6 bambini, con oltre 50 feriti.
Secondo l’agenzia palestinese Wafa tra le zone colpite anche tende e case che ospitano gli sfollati, a Khan Yunis e Gaza City, oltre a un centro di assistenza a ovest di Rafah. Dal 7 ottobre 2023, calcola l’agenzia palestinese, “ci sono stati oltre 180mila morti e 11mila dispersi nella Striscia di Gaza”.
Le Idf hanno ordinato agli abitanti del quartiere Abd al-Rahman, nel nord della città di Gaza, e del quartiere Al-Nahda, nel campo profughi di Jabalya, di evacuare le proprie case, riporta Haaretz, ricordando che anche in precedenza l’esercito israeliano aveva emesso ordini di evacuazione per queste aree e spiegando che la direttiva funge da “avvertimento pre-attacco”.
Idf: “Ucciso leader Brigate Mujaheddin”
Il leader della Brigate Mujaheddin, Asaad Abu Sharia, è stato ucciso oggi in un raid su Gaza City. Lo ha confermato l’esercito israeliano, secondo cui Abu Sharia aveva partecipato all’attacco contro il kibbutz di Nir Oz il 7 ottobre ed è stato “coinvolto direttamente” nel sequestro e nell’omicidio di diversi civili, tra cui i membri della famiglia Bibas.
Le Brigate Mujaheddin sono un piccolo gruppo alleato di Hamas nella Striscia. Secondo le Idf, il gruppo è responsabile del rapimento e dell’uccisione di Shiri Bibas e dei suoi due bambini, Ariel e Kfir, e ha ancora nelle mani un ostaggio straniero.
Identificato il corpo di Mohammed Sinwar
Intanto l’esercito israeliano ritiene di aver identificato il corpo del leader di Hamas Mohammed Sinwar, ucciso in un attacco contro un sistema di tunnel di Hamas il 13 maggio. Lo scrive il Times of Israel.
Secondo l’Idf, i resti del capo del movimento islamista potrebbero essere attribuiti a uno dei corpi rinvenuti dalle truppe nei pressi dell’Ospedale europeo a Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale.
Corpo di un ostaggio restituito a Israele
L’ufficio del primo ministro israeliano ha dichiarato in una nota che, grazie a un’operazione speciale dell’Idf come riporta il Times of Israel, è stato recuperato il corpo del cittadino thailandese Natthapong Pinta, preso in ostaggio il 7 ottobre 2023 e ucciso durante la prigionia a Gaza dalle Brigate Mujahideen. Secondo quanto riportato, Pinta fu ucciso poco dopo l’inizio della guerra dallo stesso gruppo, che teneva prigionieri gli israelo-statunitensi Judy Weinstein e Gadi Haggai. I resti di questi due ostaggi sono stati recuperati a Gaza all’inizio di questa settimana.
“Attualmente Hamas detiene 20 ostaggi vivi, 33 morti, mentre di altri 2 non conosciamo la sorte” ha dichiarato una fonte della sicurezza israeliana, secondo quanto riportato dal portale israeliano Walla.
Hamas: “Idf assediano zona con ostaggio, non lo recupereranno vivo”
Ma Hamas avverte: l’esercito israeliano sta “assediando” una zona della Striscia di Gaza dove si trova uno degli ostaggi vivi ancora nelle mani di Hamas, Matan Zangauker. “Il nemico non sarà in grado di recuperarlo vivo – ha detto il portavoce delle Brigate al-Qassam, l’ala militare della fazione palestinese, Abu Obeida, secondo quanto riferito da Sky News Arabia – . Gli abbiamo preservato la vita per 20 mesi, se questo prigioniero verrà ucciso durante un tentativo di liberarlo, l’esercito di occupazione sarà il solo responsabile della sua morte”, ha affermato Abu Obeida, aggiungendo: “Questo è l’ultimo avvertimento”.
Secondo il Times of Israel, Hamas ha già dichiarato che giustizierà gli ostaggi se le truppe israeliane dovessero avvicinarsi alle zone in cui sono trattenuti. Nell’agosto del 2024, Hamas ha ucciso sei ostaggi a Rafah mentre le forze israeliane operavano nelle vicinanze.