Claudio Abruzzo, giornalista di Site.it, ha inviato alla nostra redazione una richiesta di rettifica, ai sensi dell’art. 8 della Legge sulla Stampa n. 47 del 1948, in merito all’articolo pubblicato il 26 maggio 2025 intitolato “Claudio Abruzzo di Site.it chiede scusa al Comune: ‘Esprimo formale rammarico. Le mie espressioni hanno indotto in errore i lettori’”.
Come testata rispettosa delle norme deontologiche e del diritto di replica, pubblichiamo integralmente la rettifica del collega, ma non possiamo esimerci dal precisare – con lo stesso diritto e dovere informativo – la nostra posizione e fornire chiarimenti necessari per rispetto della verità, della coerenza e dell’intelligenza dei nostri lettori.
LA RETTIFICA DI CLAUDIO ABRUZZO
Nella sua nota, il collega Abruzzo contesta l’articolo di MarsicaWeb.it, sostenendo che contenga “almeno 7 affermazioni palesemente false” e che fornisca una rappresentazione distorta dell’accordo raggiunto nella mediazione con il Comune di Avezzano.
Tra le accuse, l’errata interpretazione del termine “rammarico”, l’attribuzione impropria di responsabilità all’ex assessore Loreta Ruscio, e l’asserzione che si tratti di una “recita”, infatti – non ha avuto conseguenze economiche per entrambe le parti.
Egregio direttore,
in riferimento all’articolo “CLAUDIO ABRUZZO DI SITE.IT CHIEDE SCUSA AL COMUNE: “ESPRIMO FORMALE RAMMARICO. LE MIE ESPRESSIONI HANNO INDOTTO IN ERRORE I LETTORI” pubblicato senza firma il 26-05-2025 da “marsicaweb.it” e da Voi ampiamente diffuso sui social, mi trovo costretto a intervenire.
L’articolo in oggetto riporta interpretazioni non corrette sui termini dell’accordo da me raggiunto con il Comune di Avezzano che, comunque, non è riuscito a provare la presunta diffamazione che era alla base della richiesta di risarcimento per 200mila euro pretesa nei miei confronti.
In 2.750 caratteri, il citato articolo di “marsicaweb.it” contiene almeno 7 affermazioni PALESEMENTE FALSE. In particolare si segnala:
1) Scrive due volte il FALSO già nel titolo: se la lingua italiana ha un senso, è palese che Abruzzo non ha chiesto scusa, tantomeno al Comune.
2) Scrive il FALSO quando afferma “scarica le colpe sull’ex assessore Loreta Ruscio”: Abruzzo non ha scaricato nessuna colpa sull’ex assessore.
3) Scrive il FALSO quando afferma “Colpe divise a metà con le capacità interpretative dei lettori”. Come si evince anche dall’Accordo, il Comune pretendeva di contestare al giornalista alcuni commenti di utenti social: Abruzzo si è limitato ad esprimere “formale e sincero rammarico” se qualcuno aveva capito male i suoi articoli, amministratori e dirigenti compresi.
4) Scrive 2 volte il FALSO quando afferma: “Ora la recita è finita e per fortuna, per assistere, nessuno ha dovuto pagare nulla!”. Quella avviata dal Comune non è una recita ma un’azione giudiziaria temeraria e intimidatoria contro un giornalista. Azione che ha avuto un costo economico: il giornalista ha dovuto pagare di tasca sua, il Comune con i soldi dei contribuenti.
5) Scrive il FALSO quando afferma “evitano anche al comune di giocare il ruolo del cattivo di turno”: il ruolo svolto dal Comune rimane, a futura memoria.
Oltre alle evidenti notizie false, l’articolo di marsicaweb.it contiene giudizi e affermazioni, finalizzate a ledere la mia onorabilità personale e professionale, fornendo una rappresentazione distorta dei fatti che offende anche l’intelligenza dei lettori e che viola le più elementari leggi sulla stampa e le regole basilari della deontologia professionale a cui qualsiasi iscritto all’albo dei giornalisti sa di doversi attenere.
Per quanto sopra espresso mi riservo di tutelare i miei diritti e la mia onorabilità nelle sedi più opportune. Chiedo, pertanto, la pubblicazione della presente rettifica ai sensi dell’art. 8 legge 47/1948, assicurando lo stesso rilievo in pagina e la medesima diffusione su tutti i canali social e gruppi facebook da Voi dato al citato articolo di “marsicaweb.it”.
Cordiali saluti
Claudio Abruzzo
LA NOSTRA RISPOSTA, PUNTO PER PUNTO
- Il “rammarico” non è una questione di interpretazione
La parola “rammarico”, Treccani alla mano, è definita come “sentimento di dispiacere, di afflizione, di dolore o rincrescimento”. Se Abruzzo ha espresso “formale e sincero rammarico” verso il Comune, è evidente che si tratta di un’ammissione implicita di responsabilità comunicativa, non certo di un generico fastidio. Ed è questo che abbiamo descritto con la parola “scusa” e precisato anche all’interno stesso – “Nella sostanza la nota non usa la parola scuse e scarica le colpe sull’ex assessore Loreta Ruscio, dalla quale pendevano spunto gli articoli. Colpe divise a metà con le capacità interpretative dei lettori nei quali si è ingenerata “una percezione distorta”.”
- “Scarica le colpe sulla Ruscio” non è invenzione
La dichiarazione ufficiale di Abruzzo parla chiaro: “precisa che i contenuti in essi riportati hanno preso spunto da alcuni post pubblicati sul profilo personale Facebook della Dott.ssa Loreta Ruscio”. Dunque, se si indicano pubblicamente come fonte contenuti altrui, è lecito e corretto scrivere che si è “scaricata” parte della responsabilità.
- Le espressioni hanno indotto in errore
Abruzzo sostiene di aver semplicemente voluto esprimere rammarico “se qualcuno aveva capito male i suoi articoli, amministratori e dirigenti compresi.” In realtà, nel verbale di mediazione è scritto testualmente che “alcuni dei termini utilizzati hanno indotto in errore taluni lettori, determinando una percezione distorta dell’operato dell’Amministrazione comunale e degli uffici coinvolti”. Non servono interpretazioni forzate: è lui stesso a riconoscere il fraintendimento e la sua origine.
- Non era una causa, ma una mediazione
L’azione del Comune non era ancora una causa giudiziaria, bensì un tentativo di mediazione obbligatoria. L’accordo concluso ha permesso di evitare una causa civile. Un tentativo, riuscito, di chiudere la questione evitando il tribunale. Parlare di “azione giudiziaria intimidatoria” appare fuori misura e contraddittorio con la stessa scelta del collega di chiudere la vicenda con rammarico. La “recita” è quella messa in atto prima e dopo la mediazione, volendo passare per la povera vittima e da mattatore costituendo addirittura un comitato (e non sappiamo ancora da chi) per soli scopi personali.
- Il Comune ha agito nel rispetto della legge
Il Comune ha preferito la via conciliativa. A nostro avviso è evidente che non si sia voluto “punire” o “intimidire” un giornalista, ma difendere l’immagine della propria amministrazione. Il diritto di critica resta, ma anche le istituzioni hanno il diritto di difendersi da ciò che ritengono lesivo, ma comunque restano problemi del Comune non di certo i nostri.
DUE RIFLESSIONI FINALI
Resta l’amaro in bocca nel leggere il fantomatico “Comitato per il diritto all’informazione ad Avezzano e nella Marsica”. Comitato del quale non è noto lo statuto, né i promotori, né i componenti. Una “voce” astratta che si permette di attaccare un direttore di testata in un comunicato, invocando solidarietà a senso unico. Quando la nostra testata è stata oggetto di mediazione con l’amministrazione precedente, non abbiamo ricevuto alcun gesto di vicinanza, né da Abruzzo, né da altri colleghi. Ce la siamo sbrigata da soli, senza teatrini, con la dignità che ci contraddistingue da sempre.
La seconda riflessione è per la doppia morale di chi si inalbera quando viene criticato da altri, ma si sente legittimato a colpire con penna affilata ogni volta che tocca a lui scrivere. Il collega Abruzzo è sempre solerte nel pubblicare articoli quando i fatti riguardano noi o altre testate, ma reagisce con stizza e accuse di “offesa all’intelligenza” quando è oggetto di attenzione giornalistica.
Alla faccia della tanto invocata libertà di espressione, che – lo ricordiamo – vale per tutti, non solo per chi condivide la nostra visione del mondo. La libertà di stampa è un principio inviolabile sancito dall’art. 21 della Costituzione, e questo vale sia per chi scrive, sia per chi legge, sia per chi viene criticato. Per ultimo anche il fantomatico “Comitato per il diritto all’informazione ad Avezzano e nella Marsica” che non può promuovere libertà e democrazia ma si dimostrano intolleranti con chi non la pensa come loro!
Il nostro articolo ha riportato i contenuti della mediazione e ha offerto un’interpretazione dei fatti, come ogni giornale ha diritto e dovere di fare. Non contiene offese, ma riflessioni. E queste continueremo a fare, senza bavagli e senza paure. Il giornale “prezzolato”, come ci ha definito Abruzzo più volte, continuerà a scrivere ciò che ritiene giusto e ciò che non lo è, proprio per dare il giusto valore all’articolo 21!
Per quanto riguarda “il riservo di tutelare i miei diritti e la mia onorabilità nelle sedi più opportune” siamo pronti a difendere la verità e le nostre ragioni in qualsiasi luogo. Nel frattempo metteremo a conoscenza l’Ordine dei Giornalisti sulla vicenda e sul fantomatico comitato.
MarsicaWeb.it
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