“Mi sento come un ebreo nel 1938 durante leggi razziali. O addirittura nella Germania nazista nella notte dei cristalli. Oggi il clima è molto peggiore perché c’è internet, che allora non c’era, ed è concreto il rischio di emulazione. Poco tempo prima dell’attentato che mi colpì, misero una bara vuota davanti al Tempio. Il problema non è questo attentato, che è la punta iceberg, il problema è quello che accade tutti i giorni”. E’ il commento all’Adnkronos sull’attentato antisemita di Washington di Gadiel Tachè, che nell’attacco terroristico del 1982 alla Sinagoga di Roma perse il fratellino Stefano di 2 anni. (di Silvia Mancinelli)