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Liberisti italiani, nasce il partito della motosega

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“A 5 anni dalla fondazione dei liberisti italiani, oggi finalmente si tiene il nostro primo Congresso nazionale che, in realtà, è molto di più: è la nascita del partito della motosega in Italia. Il riferimento chiaro è a Milei che, pur essendo arrivato da poco, ha dimostrato come ciò che professiamo noi da 30 anni sia vero e realizzabile”. Così all’Adnkronos il presidente dei Liberisti italiani Andrea Bernaudo, a margine del Congresso nazionale per la fondazione del ‘partito della motosega’, che si ispira al movimento politico con cui Javier Milei è arrivato alla presidenza dell’Argentina, e ai maggiori protagonisti della rivoluzione liberale, da Margaret Thatcher a Ronald Reagan. Bernaudo, nel corso della presentazione, ha anche imbracciato una motosega, simbolo del nuovo partito.

La mozione politica promossa dai Liberisti, come sottolinea Bernaudo, vede in primo piano la “diminuzione drastica della spesa pubblica, della pressione fiscale e quella deregulation che non è stata possibile durante il governo Berlusconi e le promesse della Rivoluzione Liberale mai attuate. È ora di dire basta. Le imprese sono strozzate dal fisco e dalla burocrazia”, ha aggiunto, spiegando che “l’Argentina sta rinascendo dopo 100 anni di disastri, di socialismo e di peronismo. In Italia c’è bisogno della stessa ricetta”. “Di fronte a tutto questo ci opponiamo con forza e pensiamo che l’Italia abbia bisogno, e ci sono gli spazi perchè basta guardare tutte le persone che non vanno più a votare, di un grande partito di rottura con il sistema statalista”, ha concluso Bernaudo.

Tra i prossimi programmi del partito, Bernaudo anticipa che “ci sono da fare tantissime cose, ma quelle più scandalose andrebbero fatte subito. Tutto il sistema parastatale, le partecipate, gli enti pubblici, i dipendenti, e tutte le strutture legate a vario titolo allo Stato che poi non sono altro che clientelari, a chiamata diretta: il fortino dei partiti dominanti. Tutto ciò non serve a niente. Sono circa 11mila enti e ci costano tantissimi soldi, miliardi di euro che, collegati agli sprechi e alla mala gestione burocratica, si potrebbero risparmiare tagliando tutto quello che non serve. In più – aggiunge Bernaudo – con le liberalizzazioni, i servizi pubblici locali e la riforma della previdenza, l’Italia potrebbe ricominciare a correre, ovviamente diminuendo la pressione fiscale sulle imprese e su tutti i contribuenti in generale, e sul costo del lavoro”.

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