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Sanità Abruzzo, D’Amico ‘risanare con specializzazione presidi’ – Notizie

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“Anche i Revisori dei conti, dopo
aver bocciato con una prima relazione il piano di copertura del
disavanzo, si soffermano nel rappresentare come a un disavanzo
strutturale questo governo regionale stia cercando di porre
rimedio con soluzioni tampone, non sostenibili nel tempo e che,
in ogni caso, non prevedono nessun miglioramento del livello dei
servizi”. Lo ha detto a Chieti il leader dell’opposizione in
Consiglio regionale, Luciano D’Amico, nell’ambito
dell’iniziativa del Patto per l’Abruzzo “Quale salute?”, un
percorso su tutto il territorio regionale per ascoltare dai
cittadini cosa non va nella sanità pubblica.


   
“Abbiamo un peggioramento dei livelli essenziali di
assistenza, abbiamo dati drammatici in termini di mobilità
passiva e in termini di rinuncia alle cure, dati che stiamo
ripetendo da mesi nell’indifferenza totale di questo governo
regionale che, al contrario, si concentra su questioni che
riteniamo del tutto marginali, dal Giro d’Abruzzo al Giro
d’Italia ai ritiri ai festival, e non mette mano a quello che è
il vero problema di tutti gli abruzzesi – ha detto ancora
D’Amico – A Marsilio chiediamo di riflettere e di proporre un
piano di risanamento, un piano che passi attraverso la
specializzazione dei presidi, attraverso un potenziamento della
medicina territoriale, attraverso un’attività di prevenzione che
ci consenta di togliere la maglia nera alla Regione Abruzzo, fra
le ultime in Italia sui Dea proprio per la prevenzione”.


   
Secondo D’Amico la sanità va affrontata in questi termini:
“Un capillare piano, che sviluppi la prevenzione su tutto il
territorio regionale, una medicina territoriale che eviti di
dover ancora una volta fronteggiare emergenze con decine di
migliaia di abruzzesi che non hanno il medico di base nelle aree
interne. E chiediamo – ha aggiunto – una specializzazione dei
presidi ospedalieri: non ha più senso nel 2025 mantenere aperti
tutti i reparti in tutti i presidi senza avere l’energia, la
forza e le risorse per poterlo fare. Mantenere nominalmente
aperto un reparto e non avere i medici, conviene chiudere quel
reparto, ma soprattutto conviene specializzare quel reparto. Noi
non vogliamo ridurre la rete ospedaliera, vogliamo
specializzarla, vogliamo fare in modo che questa rete
ospedaliera possa consentire non solo agli abruzzesi di non
andare a curarsi fuori, ma anche a chi non è abruzzese di venire
a curarsi in Abruzzo. Per fare questo ci vuole qualità, la
qualità è figlia della specializzazione, la specializzazione
richiede risorse che per fortuna abbiamo in Abruzzo
rappresentate dalla bravura del personale medico e sanitario, e
di tutti coloro che lavorano nella sanità. È un peccato – ha
concluso D’Amico – avere queste risorse e non riuscire a
metterle a frutto”.


   

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