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I ‘volenterosi’ appesi al vivavoce con Trump. Che non li considera all’altezza dei negoziati con Mosca

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I leader mondiali appesi a un filo, anzi senza il filo, con uno smartphone in vivavoce per parlare con Donald Trump. Macron, Starmer, Zelensky, Merz e Tusk, riuniti a Tirana per il summit della Comunità politica europea (40 leader a parlare soprattutto di Russia, Ucraina e nuove sanzioni), sono stati immortalati mentre discutono con il presidente americano, che in teoria oggi doveva essere a Istanbul per un fantomatico tavolo con Putin, e invece ha concluso il suo viaggio nel Golfo ed è di ritorno a Washington.

Non un’immagine potente né evocativa, come certe “situation room” in cui i leader si confrontano in videoconferenza in caso di emergenza. I volenterosi, cioè quei paesi pronti a inviare truppe in Ucraina alla fine (o al congelamento) del conflitto (l’Italia di Giorgia Meloni non è tra questi), sembrano un gruppo di vecchi amici che alla fine della cena in pizzeria fanno una chiamata a quello che non si è presentato. I leader europei, estromessi dai negoziati in Turchia, provano a coordinare la risposta a Putin inseguendo Trump sull’Air Force One – quello vecchio, per quello regalato dal Qatar serviranno mesi o anni – sperando di poter influire sul futuro delle trattative, o almeno mandare un messaggio congiunto.

All’ultima riunione dei volenterosi, lo scorso mese a Bruxelles, il segretario alla difesa americano Pete Hegseth non si era presentato (come Guido Crosetto), e ha partecipato solo in collegamento. Il messaggio da Washington è chiaro: non crede in questo nuovo ‘formato’ europeo, nato all’indomani dell’infausto incontro tra Trump, Zelensky e Vance alla Casa Bianca

L’Unione europea, attraverso i rappresentanti permanenti degli Stati, prima ancora dell’esito degli incontri di Istanbul, ha già dato il via al 17° pacchetto di sanzioni. Un rito che pare quasi automatico, visto che ormai le misure faticano a fare veri danni al regime di Mosca. Che secondo alcuni analisti sta solo prendendo tempo in vista di una nuova e più brutale offensiva d’estate. Una telefonata che, al momento, non ha allungato la vita a nessuno.

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