“Aspetto il nuovo pontefice a Palazzo Pecci a Carpineto Romano, la casa dove è nato Leone XIII, dove sono custoditi tutti i suoi ricordi. Un antenato di cui sono particolarmente orgoglioso, un nome scelto dall’attuale papa anche in ricordo della sua storica enciclica Rerum Novarum”. Parla all’Adnkronos Gianni Piacitelli Pecci, discendente di Leone XIII, in particolare da uno dei fratelli, Giovan Battista e dal figlio di quest’ultimo Ludovico, e proprietario di Palazzo Pecci a Carpineto Romano.
“La Rerum Novarum – aggiunge – è stato uno degli snodi fondamentali del pontificato di Leone XIII. Nel 1948 era stato nominato Nunzio apostolico in Belgio, aveva conosciuto la sofferenza degli uomini, delle donne, dei bambini, dei lavoratori impiegati nelle miniere. Si prese poi un anno sabbatico per visitare l’Inghilterra, le sue miniere di carbone. Nacque da questi viaggi, da queste conoscenze e incontri una delle lettere apostoliche più rivoluzionarie della storia della Chiesa su un corpus di ben 86 encicliche”.
L’attuale pontefice, dinanzi ai cardinali a porte chiuse, ha parlato di una nuova ‘rivoluzione industriale’ e di intelligenza artificiale, le nuove sfide in difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro. “Leone XIII aveva una passione profonda per tutto ciò che era moderno, per la ‘sua’ contemporaneità, come il nostro nuovo papa – aggiunge – Era appassionato di scienze naturali e fotografia. Nella Galleria dei Candelabri ai Musei Vaticani fece dipingere una macchina fotografica e non dimentichiamo che registrò la sua voce nel 1903 e si fece riprendere in un breve cortometraggio, diretto nel 1898 da William Kennedy Laurie Dickson per la American Mutoscope and Biograph Company e non dai Fratelli Lumière come a volte erroneamente viene ricordato”.
Anche Leone XIII come il nuovo pontefice proveniva da una famiglia molto unita e religiosissima. “Il primo nome del mio illustre antenato era Vincenzo, perchè la mamma era devota a San Vincenzo Ferrer a cui dedicò la Cappella Gentilizia del Palazzo di Carpineto, ogni sera poi faceva recitare ai figli il rosario e pregare la Madonna. Tutto questo è rimasto impresso a papa Leone. E ricordo ancora la predizione della madre che un giorno, confrontandosi con il marito, che sognava di farne un comandante o un generale, gli rispose, ‘e perché no Papa?’.
Gianni Piacitelli Pecci trova che ci siano altri aspetti che legano il suo illustre antenato a Leone XIV. “Appena eletto papa – ricorda – ha parlato di pace. A Leone XIII, abile diplomatico, gli fu chiesto di ‘mediare’ tra la Spagna e la Germania durante il conflitto per le isole Caroline nel Pacifico. E lo risolse. L’attuale pontefice è stato missionario in Perù e Leone XIII ha riorganizzato le missioni, le ha riformate, ristrutturate, in Asia, in Africa e fu uno dei primi pontefici ad aver avuto rapporti con gli Stati Uniti”.
Come il nuovo pontefice anche Leone XIII fu eletto dopo pochi scrutini da un conclave fermo nella propria scelta. “Una coincidenza indubbiamente – precisa Gianni Piacitelli Pecci – Ma Leone XIII doveva essere un papa di transizione, dopo il pontificato di Pio IX che era durato 32 anni. Girava una battuta, ‘volevamo un santo padre, abbiamo eletto un papa eterno”. Rimase sul soglio di San Pietro 25 anni. Non era molto amato, era stato persino confinato dal segretario di Pio IX per 32 anni a Perugia. Per la Curia era troppo progressista. A mio avviso era una progressista tradizionalista, in parte rivoluzionario. Voleva che la Chiesa andasse avanti in modo coeso, omogeneo senza strappi”.