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Il Gabbiano sul comignolo della Cappella Sistina è una star a sua insaputa

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Il gabbiano che ieri, posandosi più volte vicino al comignolo della cappella Sistina dal quale si attendeva la prima fumata del Conclave, ha guadagnato l’attenzione globale, inquadrato in mondovisione, “molto probabilmente là è a casa sua. Quel tetto può essere un suo posatoio abituale, perché questi uccelli sono fedeli al loro territorio”. Lo spiega all’Adnkronos Salute Flavio Monti, etologo e ornitologo del Centro nazionale ricerche, Istituto ecosistemi terrestri (Iret-Cnr). “Il gabbiano – scherza – di certo è ignaro di quello che sta succedendo sotto quel tetto, non sa nulla del Papa né di essere diventato una star, ma sicuramente non ha paura della folla o delle telecamere”.

Sul gabbiano della Sistina, “non essendo monitorato costantemente – osserva l’esperto – non possiamo avere certezze granitiche del perché torni là. Sappiamo però che questi uccelli tendono a tornare negli stessi posti, sono abitudinari e difendono il loro territorio soprattutto in caso ci dovesse essere una nidificazione in corso. Quel tetto può far parte del suo territorio. Gli studi fatti con Gps su altri esemplari ci dimostrano che gli spostamenti sono ripetitivi e abitudinari. Conoscono delle aree, tendono a tornarci, non si allontanano di molto”. Questi uccelli, continua Monti, “tradizionalmente sono una specie legata agli ambienti costieri e marini, che però negli ultimi decenni hanno progressivamente abbandonato la pesca in mare aperto a favore di fonti di cibo più ‘prevedibili’ e abbondanti”.

Insomma, i gabbiani “si sono adattati via via a vivere in contesti urbani, alimentandosi con rifiuti, scarti alimentari, in discariche, ma anche vicino ai ristoranti o ai mercati. Questo è avvenuto un po’ in tutte le grandi città d’Europa e d’Italia, tra cui anche Roma. Possono nutrirsi di tutto e quindi sfruttano ogni fonte possibile. Nella Capitale si sono stabiliti in modo permanente nel centro storico, nidificano sui cornicioni dei palazzi, compresi gli edifici archeologici e storici. C’è una colonia molto grande nel Foro romano e anche sull’Altare della patria e al Colosseo, a Roma, è facile vedere grandi stormi volteggiare su questi luoghi. Il Vaticano non fa eccezione”, chiosa l’ornitologo. I gabbiani, quindi, “come molte altre specie di uccelli opportunisti – evidenzia Monti – sono andati incontro a un processo che viene chiamato ‘urbanizzazione ornitologica’, che riguarda il centro come le periferie”.

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