Hanno studiato, si sono diplomati o laureati, hanno investito anni nel proprio futuro. Eppure, quasi 8 giovani su 10 si sentono soli nella ricerca del lavoro.
Ansia e paura di fallire rendendo le candidature un salto nel vuoto. L’Osservatorio Jobiri 2025 “In cerca di futuro: cosa blocca i giovani nella ricerca
di lavoro”, condotto su 1.156 giovani tra i 18 e i 29 anni, svela una realtà allarmante:
● 68% dei giovani vive la ricerca di lavoro con ansia e frustrazione.
● 89% non sa come valorizzare le proprie esperienze nei CV e nei colloqui.
● 77% dice di non aver ricevuto supporto adeguato per affrontare la ricerca lavoro.
● 72% ha profili LinkedIn poco curati, limitando le opportunità di trovare lavoro.
Curriculum, Linkedin e colloqui: le sfide da superare Curriculum: una barriera invisibile.
Il CV è la prima occasione per emergere, ma spesso è scritto male. Quasi 9 giovani su 10 non sanno valorizzare le proprie esperienze e vengono scartati in pochi secondi.
● L’84% non usa parole chiave per superare i filtri dei software di selezione.
● Il 58% ha un formato poco leggibile o troppo prolisso.
● Il 6% commette errori grammaticali o di battitura.
LinkedIn: un’opportunità non sfruttata:
● 73% dei profili è incompleto o poco curato, e questo riduce drasticamente la visibilità dei giovani ai recruiter. Altre criticità emerse:
● Il 64% non costruisce attivamente la propria rete professionale.
● Il 57% invia richieste di collegamento non personalizzate, risultando poco efficace.
Colloqui: il momento della verità (perso per paura o mancata preparazione) Arrivare impreparati al colloquio significa bruciarsi opportunità di lavoro.
Dati chiave:
● L’80% non raccoglie dati sull’azienda ed il 77% non si esercita su domande chiave
● Il 59% non interagisce attivamente col recruiter.
● Il 44% non presta attenzione all’abbigliamento e alla comunicazione non verbale.
Un sistema che non supporta adeguatamente i giovani Oltre alle difficoltà personali dei giovani, c’è un problema strutturale nelle Istituzioni:
● Servizi di orientamento inadeguati: il 77% dice di non aver ricevuto supporto.
● Mancanza di personale: tempi di attesa lunghi e assistenza limitata.
● Strumenti obsoleti: il 65% ritiene che i sistemi digitali offerti siano poco utili.
Un cambio di passo è possibile.
“I numeri parlano chiaro: i giovani non solo faticano a trovare lavoro, ma si sentono soli e impreparati” – affermano Claudio e Roberto Sponchioni, fondatori di Jobiri. “Non possiamo più ignorare questa realtà. Dobbiamo costruire strumenti migliori, dare risposte concrete e smettere di lasciare i giovani soli. Il momento di agire è ora. Insieme.”
Alcune Istituzioni pubbliche e private hanno già adottato modelli innovativi, con risultati concreti. Ma serve un’estensione su larga scala per sostenere un nuovo modello di orientamento e accompagnamento al lavoro che finalmente garantisce:
● Accesso a risorse h24, per offrire supporto quando serve davvero.
● Intelligenza artificiale, per semplificare la vita degli operatori e dei giovani.
● Supporto personalizzato, per migliorare CV, LinkedIn e preparazione ai colloqui.
● Coinvolgimento/formazione degli orientatori, per rendere i servizi ancora più efficaci.