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cardinale Zen rimanga a Roma, voce per la libertà non deve essere messa a tacere

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Con il conclave per la successione di Papa Francesco alle porte, Padre Robert Sirico (Presidente emerito Acton Institute) ha voluto porre l’attenzione su una questione stringente: “mentre Pechino rafforza il suo controllo su Hong Kong, la situazione del cardinale Zen, vescovo emerito della città e oggi novantatreenne, richiede attenzione urgente. La sua strenua difesa dei diritti umani, della libertà religiosa e dei valori democratici lo ha reso un bersaglio del regime cinese. Avendo ottenuto il permesso di partecipare al funerale di Papa Francesco, il cardinale si trova di fronte a una scelta cruciale: tornare a Hong Kong, dove lo attendono persecuzioni, oppure restare a Roma per continuare la sua testimonianza in sicurezza. Non ho consultato il cardinale Zen, ma come sacerdote e amico del movimento pro-democrazia di Hong Kong, lo esorto a rimanere. La sua presenza in Vaticano costituirebbe una chiara denuncia dell’oppressione cinese e un faro di speranza per milioni di fedeli”.

Sirico ha spiegato: “Il Vaticano, cuore spirituale e diplomatico della Chiesa cattolica, può offrire al cardinale Zen un rifugio strategico da cui proseguire la sua missione. Rimanere a Roma non sarebbe un passo indietro, ma un modo per rafforzare la sua voce a livello globale. Il cardinale Zen ha criticato apertamente l’accordo provvisorio tra il Vaticano e la Cina del 2018, definendolo una “svendita” dei cattolici clandestini. Restando a Roma, potrebbe insistere su una revisione dell’accordo, che è stato rinnovato tre volte, rafforzando il controllo di Pechino sulla Chiesa. Chi sostiene che il suo ritorno ispirerebbe i fedeli di Hong Kong ignora la realtà: il cardinale è già stato arrestato, è sotto sorveglianza, e il regime è disposto a colpire duramente ogni simbolo di resistenza, come dimostra la detenzione di Jimmy Lai, editore cattolico imprigionato da oltre 1.500 giorni”.

“Da Roma -ha concluso Sirico- il cardinale Zen potrebbe sostenere la causa della democrazia a Hong Kong, dialogare con i leader internazionali, spronare i cattolici di tutto il mondo a pregare e agire per i perseguitati in Cina e, infine, spingere il Vaticano a prendere una posizione più chiara contro le ingerenze di Pechino. La sua presenza rappresenterebbe un monito: la Chiesa non cede alla tirannia. Non sarebbe una fuga, ma un presidio morale, un punto di riferimento per milioni di fedeli in lotta per la libertà”.

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