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chi guida i sondaggi e cosa preoccupa Ue

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Oggi la Romania torna alle urne per il primo turno delle elezioni presidenziali, annullate lo scorso novembre per timori di interferenze russe. Ora che il candidato filorusso Calin Georgescu è stato escluso dalla competizione, l’ultranazionalista George Simion guida i sondaggi, alimentando le preoccupazioni europee per una possibile svolta illiberale a Bucarest. Sullo sfondo, una serie di scenari di ballottaggio del 18 maggio delineano per Bruxelles prospettive radicalmente diverse: alcune rassicuranti, altre potenzialmente esplosive per l’Ue e la Nato.

Simion-Dan

Il sindaco indipendente di Bucarest, Nicusor Dan, è l’unico candidato centrista con possibilità realistiche di fermare Simion. Ma nei sondaggi il leader dell’Aur, populista e antieuropeo, risulta in vantaggio. Simion pesca nel voto rurale, giovane e poco istruito, e punta a trionfare tra la diaspora, tradizionalmente trascurata dai sondaggi. Dan, matematico ed ex fondatore di Usr, è invece forte nelle grandi città, ma poco considerato altrove. Una sua affermazione al ballottaggio dipenderebbe dalla mobilitazione degli indecisi e dal voto estero. In caso contrario, Simion potrebbe arrivare all’Eliseo dei Carpazi con una piattaforma ostile a Bruxelles e incline alla retorica in stile ‘Maga’ di Donald Trump.

Simion-Antonescu

Crin Antonuescu, candidato dell’attuale coalizione di governo (Psd, Pnl e partito della minoranza ungherese), è la scommessa dell’establishment per arginare l’ondata nazionalista. Ma la sua immagine di “uomo del sistema” potrebbe penalizzarlo, soprattutto presso i romeni all’estero, tradizionalmente critici verso i partiti di governo. Nei sondaggi il testa a testa con Simion è apertissimo, e l’esito dipenderà dalla capacità di Antonescu di aggregare consensi trasversali e rilanciare la sua campagna contro l’anti-politica.

Simion-Ponta

Il possibile ballottaggio tra Simion e l’ex premier Victor Ponta rappresenterebbe lo scenario peggiore in assoluto per Bruxelles. Entrambi i candidati promuovono idee sovraniste e diffidenti verso l’Ue. Ponta, ex leader del Psd oggi a capo di un nuovo partito, si propone come il “male minore” ma ha dichiarato di voler fermare il transito nei porti romeni del grano ucraino. Simion, da parte sua, ha reso la sua retorica più antagonista a Putin rispetto al passato, ma resta percepito come filorusso e assolutamente contrario all’invio di aiuti militari a Kiev. Per l’Europa, una scelta tra i due equivarrebbe a perdere comunque.

Gli altri scenari

Altri scenari più rassicuranti, ma improbabili: un ballottaggio tra Dan e Antonescu, i due candidati più moderati, è oggi poco probabile ma rappresenterebbe per Bruxelles l’esito più desiderabile. Entrambi pro-europei, si contenderebbero lo stesso bacino elettorale urbano ed istruito, lasciando fuori dal ballottaggio l’elemento populista. Anche uno scontro tra Antonescu e Ponta, o tra Dan e Ponta, aprirebbe spazi di incertezza, ma senza la portata destabilizzante di uno scontro con Simion.

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