AVEZZANO – Nel pomeriggio di ieri è stato inaugurato lo spazio rinnovato della Pro Loco di Borgo Incile, restituito alla comunità dopo un intervento di riqualificazione reso possibile dalla collaborazione tra amministrazione comunale e cittadini.
La struttura, che da anni funge da cuore pulsante della vita sociale del quartiere, versava in condizioni critiche: la vecchia copertura, deteriorata e soggetta a infiltrazioni, minacciava la piena fruibilità degli spazi. Grazie all’intervento dell’amministrazione comunale, questi problemi sono stati affrontati alla radice, sostituendo il tetto e garantendo così sicurezza e durabilità all’edificio.
Ma ciò che rende questa storia ancora più significativa è il ruolo attivo dei cittadini. Terminati i lavori strutturali, i soci della Pro Loco non si sono limitati a “rientrare in sede”: hanno imbracciato pennelli e vernice e si sono occupati personalmente di ridipingere gli interni. Un gesto concreto, semplice ma potente, che racconta molto più di mille parole sull’attaccamento al proprio territorio e sul desiderio di contribuire, anche in prima persona, al suo benessere.
Alla cerimonia di inaugurazione era presente anche il sindaco Gianni Di Pangrazio, che ha sottolineato l’importanza di questo presidio per la vita sociale del borgo: “La Pro Loco potrà così continuare a operare in sicurezza, accogliendo cittadini e partecipanti alle numerose feste ed eventi organizzati durante l’anno”. Ad accompagnare il sindaco Di Pangrazio anche il consigliere comunale di maggioranza in quota Lega Antonio Del Boccio.
L’intervento a Borgo Incile è molto più di una ristrutturazione edilizia: è un esempio di come amministrazione e cittadini, quando dialogano e collaborano, possano innescare processi virtuosi di valorizzazione e cura del bene comune. Un tassello che si inserisce nel più ampio progetto di attenzione ai borghi della città, dove ogni recupero diventa occasione per rafforzare l’identità e la coesione sociale.
In un’Italia fatta di piccoli centri e realtà locali, queste storie rappresentano un modello da seguire: perché il futuro dei nostri territori passa, inevitabilmente, anche dalla partecipazione di chi li vive ogni giorno.