Chi è già arrivato a un certo punto della propria carriera, a prescindere da quale sia il suo settore occupazionale, sa bene cosa voglia dire aspettarsi una promozione. Magari si lavora già da anni in determinate mansioni, nella stessa azienda, in modo lige ed efficiente, ci si ritiene così esperti da poter persino insegnare il mestiere ai novizi o, magari già lo si fa, perché allora non parlare di aumento e scatti professionali?
Questo discorso è sempre piuttosto delicato da affrontare con i superiori. In alcuni casi, il posto in cui si nasce e si cresce professionalmente è anche lo stesso in cui non si può sperare in un decollo professionale, più di quanto già ottenuto.
Le dinamiche che muovono gli scatti professionali, di fatto, sono varie, complesse, nascono dalle singole condizioni aziendali, dai modelli di business, dalle relazioni che ogni professionista instaura con i relativi manager, dai risultati ottenuti e da molto altro ancora.
Quando queste aspettative non evolvono nel modo sperato, può accadere che i professionisti più esperti si sentano frustrati, demotivati, appiattiti nel loro lavoro, provando a cercare altrove, ma ricevendo in cambio quasi sempre un due di picche.
Perché accade questo?
Per scongiurare questo genere di situazioni bisogna andare alla radice del problema, evitando di colpevolizzare i piani alti dell’azienda, il sistema e anche se stessi per non essere andati via prima.
Lavorare per molto tempo all’interno della stessa azienda, da una parte, offre la possibilità di diventare un punto di riferimento, dall’altra parte, espone al rischio che questa autorità non venga riconosciuta adeguatamente dal punto di vista contrattuale, per ragioni che magari prescindono dalla volontà della dirigenza. In più, tende a tarpare le ali anche in un eventuale cambio d’azienda, poiché i recruiter osserveranno che quel professionista, oltre a lavorare per una sola azienda dall’inizio della carriera, non ha fatto nient’altro per crescere ed evolversi. In altre parole, potrebbe non adattarsi e inserirsi come si deve all’interno di un ecosistema aziendale diverso, a parità di posizione.
In questi casi, l’unica soluzione più efficace è investire nella formazione continua. Apprendere costantemente nel proprio settore di attività offre innumerevoli benefici, sia dal punto di vista personale che professionale.
Frequentare corsi, specie se di alta formazione, permette di attingere a conoscenze, strategie, tecniche che difficilmente possono emergere all’interno delle quattro mura aziendali, apre la mente,
allarga la propria rete di relazioni alimentando il networking e certifica la volontà di crescere basandosi su competenze solide e diversificate.
Per questa ragione, tanti professionisti, a un certo punto della loro carriera, puntano agli MBA, quei master tenuti da scuole prestigiose e ampiamente riconosciute in ambito aziendale, che offrono una preparazione trasversale, in grado di colmare le lacune derivanti dallo svolgimento di mansioni fortemente specializzate in un unico settore lavorativo, e candidarsi per posizioni di maggiore prestigio.
Chiunque abbia frequentato un Master MBA di 24ORE Business School, ad esempio, ha potuto aggiungere al proprio curriculum un tassello decisivo per i propri scatti di carriera.
In alcuni casi, se ci si riferisce ai percorsi full time, si è tradotto in un investimento iniziale importante, poiché i costi degli MBA, che siano proposti da 24ORE Business School o da altre scuole, vengono percepiti come importanti e onerosi per la maggior parte dei lavoratori. D’altro canto, però, ritornando su questa riflessione, dopo qualche anno dal titolo, non si può fare a meno di notare come il ritorno su questo investimento sia stato ancora più importante e gratificante.
Accedere a un MBA di 24ORE Business School, vuol dire aprirsi una finestra sulle opportunità realmente messe sul piatto dalle aziende più importanti a livello nazionale.
Questo è valido sia in termini di offerta formativa, programmi svolti, metodologie orientate alla pratica e al lavoro e corpo docenti, sia in termini di opportunità di accesso al mondo del lavoro, con gli stage di fine master.
Non solo, si entra a far parte di una community di professionisti di alto livello, accelerando il processo di cambio posizione tanto agognato, anche grazie alle conoscenze intraprese, alle relazioni costruite, magari anche attraverso l’implementazione di project work comuni durante il percorso formativo.
Ecco, allora, che alla domanda se valga davvero la pena investire in un percorso così costoso come un MBA, la risposta non può che essere affermativa e caldamente suggerita a tutti coloro che hanno un budget da investire in formazione e desiderano raggiungere i vertici aziendali.