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Accesso alla sanità italiana per i residenti all’estero? La proposta anti-furbetti

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“Un passo avanti per i diritti degli italiani nel mondo e un colpo ai furbetti”. È stata approvata in Commissione Affari Sociali della Camera la proposta di legge a prima firma di Andrea Di Giuseppe (Fratelli d’Italia), deputato eletto nella circoscrizione Nord e Centro America, che consente l’iscrizione degli italiani residenti all’estero al Servizio Sanitario Nazionale (Ssn).

La proposta, identificata come A.C. 1042, mira a sanare una storica disparità: fino ad oggi, infatti, l’iscrizione all’Aire comportava la perdita del diritto all’assistenza sanitaria in Italia. “Oggi abbiamo fatto un passo importantissimo affinché gli italiani nel mondo possano accedere ai servizi sanitari nel nostro Paese”, ha dichiarato Di Giuseppe.

Il provvedimento è definito dall’onorevole come “un atto di civiltà verso i nostri connazionali”, ma anche come uno strumento per contrastare gli abusi di chi ha usufruito del SSN pur non versando le tasse in Italia. “Finalmente cambieremo una situazione che penalizzava chi vive all’estero in modo regolare, premiando invece chi aggirava il sistema”, ha aggiunto.

L’iter legislativo, ha spiegato Di Giuseppe, è stato complesso e ha richiesto un lavoro sinergico con il Ministero della Salute, il Mef e i colleghi parlamentari, in particolare l’on. Luciano Ciocchetti. “Adesso auspico una rapida approvazione definitiva nei due rami del Parlamento”, ha detto.

“Quando mi sono candidato – ha concluso Di Giuseppe – avevo promesso agli italiani nel mondo che avrei combattuto per questo obiettivo. Oggi il traguardo è più vicino: la voce di chi vive lontano dal nostro Paese è finalmente più forte e rispettata.”

La norma, se approvata dal parlamento, può valere miliardi di euro di nuove risorse per le casse dello Stato, visto che gli italiani all’estero appartenenti all’Aire sono circa 6 milioni e Di Giuseppe, in un’intervista al ‘Sole 24 Ore’ dell’anno scorso, aveva ipotizzato una somma intorno ai 1.500 euro l’anno da versare per iscriversi, anche se la cifra è ancora da stabilire. Ovviamente non tutti sceglieranno questa strada, ma la norma potrebbe incoraggiare altri cittadini italiani a iscriversi all’Aire e dunque aumentare le risorse disponibili per la sanità italiana.

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