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PROROGA FINE ANNO SCOLASTICO: IL PROFESSORE BRAGHINI SCRIVE AL SEGRETARIO NAZIONALE UIL SCUOLA

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ABRUZZO – Riceviamo e pubblichiamo una lettera indirizzata al Segretario Nazionale della UIL Scuola Pino Turi che in una sua recente esternazione si è dichiarato favorevole ad un eventuale prolungamento dell’anno scolastico. A scrivere è il Professore Salvatore Braghini, docente nelle superiori e avvocato esperto di diritto scolastico:

CARO SEGRETARIO NAZIONALE DELLA UIL SCUOLA PINO TURI, che a voler prolungare l’anno scolastico fino a luglio sia il Ministro dell’Istruzione mi sorprende poco, visto le quotidiane esternazioni di una Ministra che ne tira fuori dal cilindro una al giorno. Che lo dica lei, segretario nazionale di un sindacato della scuola, invece, mi indigna e mi induce rabbia. Lei, abituato a non stare dietro una cattedra da anni, fruendo del distacco sindacale, forse non sa che i docenti impegnati con la DaD sono tenuti a prestare lo stesso orario di servizio e a partecipare alle medesime riunioni collegiali, e, finanche, agli incontri di aggiornamento programmati come obbligatori. Non vedo, dunque, come possa giustificarsi sul piano contrattuale e normativo una proroga dell’anno scolastico a fronte di una didattica che, agita nella forma “da remoto”, non prevede di certo una riduzione del carico di lavoro dei docenti, ma, semmai, un suo consistente aggravio.
Ma tant’e’!
Per capire ciò bisognerebbe insegnare e, mi sembra, lei, non lo faccia più da molto tempo…forse da troppo tempo per comprendere il disagio del personale della scuola, spesso mal rappresentato dal mondo sindacale, ed anche in questo frangente di crisi generalizzata, come dimostra il suo incomprensibile intervento a sostegno di una prorogatio dell’anno scolastico!
L’unica consolazione è sapere che ho lasciato il “suo” sindacato da tempo, dopo averlo praticato come dirigente. In quella veste l’ho conosciuta petsonalmwnte all’opera nel suo ruolo di dirigente nazionale prima e di segretario poi. Ebbene, non ho condiviso il suo modus operandi e quello di alcuni dirigenti locali. Oggi posso dire di aver fatto la scelta giusta abbandonando la Uil scuola. Non solo non me ne pento, ma, a giudicare dalle sue ultime esternazioni, posso solo vedere rafforzata la consapevolezza di essere uscito da una organizzazione in cui il motto “nelle scuole tra la gente”, tanto proclamato a parole, era ampiamente disatteso nei fatti, e in cui l’idea del lavoro di insegnante è tutt’ora visibilmente distorta rispetto alle effettive esigenze e fatiche quotidiane di una categoria, quella degli insegnanti, il cui peso sociale risulta e probabilmente compromesso nell’opinione pubblica anche grazie a persone come lei, e – mi consenta – al suo rapporto “da remoto” con i veri problemi della scuola. CARO SEGRETARIO NAZIONALE DELLA UIL SCUOLA!

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